fbpx

Meta Experience

Dieta dopo le feste: come comportarsi al meglio

Il segreto è quello di godersi appieno le feste, anche a tavola, facendo però attenzione a piccoli segnali importanti

Come godere della buona tavola e delle abitudini della nostra tradizione senza perdere di vista l’attenzione alla nostra linea? Farlo durante le Feste è più difficile e il rischio di venire sopraffatti dal peso e dai sensi di colpa è dietro l’angolo. Come comportarsi dunque con la dieta dopo le feste

Monica Germani, nutrizionista, dietista e ideatrice del META Experience, ha risposto ad alcune domande a proposito, in un’intervista poi pubblicata su Rai News.

La dottoressa suggerisce di godersi tranquillamente il clima festivo, la serenità delle vacanze, compreso il ricco cenone di Capodanno. L’importante sarà poi lasciarsi guidare dal buon senso, evitando di quel qualcosa in più quando si è già sazi. D’altronde, parafrasando le sue stesse parole, la cucina è anche cultura e bisogna stare insieme con il piacere delle tradizioni

Dieta dopo le feste: ecco cosa ne pensa Monica Germani

Monica Germani e alcuni consigli per la dieta dopo le feste

La buona notizia, quindi, è che possiamo mangiare il 31 sera, ma poi? Come dobbiamo comportarci?

Ai miei pazienti, consiglio di far precedere e seguire la giornata in cui si mangia di più da giorni che definisco detox, cioè depurativi. Si tratta di giorni di recupero in cui si diminuisce la quantità di sale e di carboidrati e sarebbe preferibile mangiare con attenzione, cercando di distribuire le calorie in 6 o 7 pasti quotidiani.

Può far un esempio?

A colazione suggerisco di mangiare il pane che è un ottimo alleato, migliore di molti altri, per evitare il picco glicemico (cioè la massima quantità di zuccheri nel sangue che si registra dopo i pasti ndr), insieme a ciò che più piace: burro e marmellata, frutta secca, ricotta e gocce di cioccolato… e bere un bicchiere di latte o uno yougurt. Se durante le feste fa piacere mangiare una fetta di panettone, questa è la benvenuta, purché sia effettivamente una fetta e si riduca poi il pane a pranzo e a cena.

La colazione è il pasto principale, è ciò che ci “mette in moto”, quindi è importante che sia ricca e che attivi bene il metabolismo, perché saltarla o farla male significa poi andare incontro a fame e quindi a una gestione scorretta dei pasti successivi.

Gli altri pasti dovrebbero essere uno ogni 3 ore. Il pranzo e la cena sarebbe bene che fossero a base di un secondo (carne, pesce o legumi) e un contorno di verdure dove è molto importante controllare la quantità di olio perché le fibre lo assorbono ed è facile esagerare… Poi gli spuntini: vanno benissimo gli snack monoporzione, per potersi regolare al meglio.

Dieta dopo le feste: cenone di Capodanno e movimento

Detox e movimento dopo capodanno

E se non si riesce a fare un interno giorno “detox”?

Si possono fare due mezze giornate. E’ importante che la persona stia bene e faccia il suo percorso a piccoli e costanti passi perché forzare il “tutto insieme” può essere demotivante.

Mettendo quindi le crocette sul calendario, rispetto al cenone di Capodanno, come ci si può regolare?

Il 30 detox, il 31 a pranzo detox. La sera del 31 è giusto godere del cenone, così come del pranzo del 1° gennaio, mentre poi la sera del 1° e tutto il 2 gennaio si torna a disintossicarsi.

Il movimento? Che si può fare?

Camminare. Se non si è abituati, anche solo 10 minuti. E’ importante che il fisico senta il benessere, non la sofferenza. Magari 10 minuti, 2 volte al giorno, per poter ripartire, possono andar bene.

Mai saltare i pasti: non significa fare dieta dopo le feste

Saltare i pasti fa male

Se ho esagerato, posso saltare un pasto per bilanciare?

No. E’ sbagliatissimo. Non va mai fatto. E’ importante rispettare tutti i pasti, ricordando sempre che quelli principali sono colazione, pranzo e cena e che il punto di forza è la prima colazione.

Un consiglio che posso dare è che se a pranzo o a cena, per sentirsi leggeri, si ha voglia di un primo di verdure, è sempre meglio il passato del minestrone, che fa bene da un punto di vista nutrizionale ma fortifica la ritenzione idrica.

Lei ha messo a punto un protocollo che ha come obiettivo la trasformazione psico-fisica del paziente in sovrappeso, su cosa si basa e come può essere utile a tutti?

Si mettono in campo una serie di azioni terapeutiche che agiscono su mente e corpo. Per i miei pazienti, si tratta di un’esperienza personalizzata, messa a punto da un’equipe di medici che puntano a riequilibrare il peso corporeo, grazie a analisi di specialisti che individuano la causa di ciascun difetto e accompagnano il paziente lungo il percorso ma, leggendola in senso più ampio, è importante partire sempre da processi di consapevolezza del sé e di accettazione.

Cioè?

Non bisogna puntare a modelli, ma acquisire la consapevolezza della propria conformazione, ossatura e storia passata che magari, attraverso sport, gravidanze, perdite di peso, lavoro sedentario… ha lasciato il proprio segno sul nostro corpo che non va quindi odiato, ma capito come risultato di un passato vissuto. E poi accettare questi segni e la propria natura e iniziare a lavorare su ciò che si può cambiare. Piccoli obiettivi raggiungibili che fanno toccare con mano i risultati, per poter poi essere incentivati verso obiettivi più grandi.

Tiriamo le somme

E se proprio non si riesce a non sgarrare?

Magari si può fare un percorso per capire perché si ha bisogno di colmare un vuoto o dar sfogo alla rabbia attraverso il cibo e provare a bilanciare certe esigenze in altro modo. Poi, se poi proprio si ha voglia, ad esempio, di un pacchetto di patatine, si può sempre ricorrere alle monoporzioni per soddisfare quel desiderio, ma farlo con una quantità adeguata.

La frase da ricordare quando si sta a tavola?

Credo che il concetto principale sia prendersi cura di sé, in tutti i sensi. Penso che serva ricordare questo più che uno schema calorico.

Fare cose estreme e massacrare il corpo è sbagliato e controproducente: non si può pensare di allenarsi per ore per smaltire un pranzo se non si è allenati, ma se invece si fa poco movimento e il muscolo si contrae, ecco che si metabolizza meglio.

Ringraziamo Vanessa Quinto e Rai News per l’intervista.

Scopri ora il metodo META Experience.

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto